Visualizzazione post con etichetta u2. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta u2. Mostra tutti i post

giovedì 30 gennaio 2014

Sunday Bloody Sunday e quel 30 gennaio















Nel 1992 ricevo in regalo il mio primo CD degli U2 che conservo ancora da allora.
Si chiamava Acthung Baby.
Avevo 14 anni, cresciuto a calcio stradale, bombe carta homemade, bici BMX anche per andare in bagno, musica di tamburelli nel DNA e videogiochi SEGA da bar. I tasti del lettore CD non erano touch.

La mia storia d'amore con gli U2 ha il suo Big Bang quando inizia la terza traccia con un riff spettacolare di The Edge. E fu One e fu mattina.

Dopo fu tanta roba copiata - non c'era internet, non c'erano muli o torrenti, il prestito andava per la maggiore. Da CD copiavo su musicassette con dolby e "occhio a quando finisce la traccia".

Scopro che la band faceva i primi passi alla fine degli anni settanta e che avevano già pubblicato altri 5 album. Me li faccio tutti con flebo giornaliere rompendo i coglioni perché le cuffie non le avevo e quindi, dopo tanti anni, posso dire che ho fatto conoscere gli U Due anche ai vicini cresciuti a botte di Pupo e Raffa Carrà.
Si apre un mondo. Mi imbatto in Sunday Bloody Sunday, uno dei capolavori dei suddetti, fatta di rabbia, cuore e speranza. Si trova in War (pubblicato nel 1983), il loro test d'ingresso - ampiamente superato - per accedere al già inflazionato mondo della musica internazionale.

La Domenica, quella brutta domenica. La domenica del 30 gennaio del 1972 quando l'esercito britannico piombò con i paracadutisti e aprì il fuoco su una folla di manifestanti uccidendone 14 e ferendone altrettanti.
Una delle pagine più drammatiche nella storia dell'Irlanda del Nord.
Bono Vox, la voce degli U2, nel '72 aveva undici anni.

Il testo lo scrive dieci anni dopo ma quel ricordo non si può cancellare.
Infatti, molti anni dopo dichiarerà: "...non è una rebel song ma è la reazione incredula e scandalizzata di un giovane, cresciuto con una madre protestante e un padre cattolico nella Repubblica d'Irlanda, di fronte all'odio e alla violenza che divide coloro che dovrebbero essere uniti nel nome di Dio".

Nel ritornello di Sunday Bloody Sunday la domanda "How long, how long must we sing this song?" - "per quanto tempo dovremo cantare questa canzone?" - si sente nuovamente nell'ultima traccia di War - "40" (cioè il Salmo 40 della Bibbia) - dove Bono canta più volte "How long to sing this song?".

Dopo molti anni leggo un pezzo mooooolto bello di un'intervista fatta a Bono: "A Dublino sono cresciuto ascoltando la collezione di dischi di mio padre: La traviata, Tosca, Il barbiere di Siviglia. Il nostro era un temperamento latino: furiosi di fronte a un’ingiustizia, amanti della vita, del buon cibo, del bere, dell’amicizia e della famiglia".

Caro Bono io sono cresciuto ascoltando anche la tua musica. Non mi sbagliavo.
Un piccolissimo momento di verità raggiunta e detta.





_____________
@luterronpower

mercoledì 29 gennaio 2014

Condividere e Social Network




















Oggi cari sargenischi della terra di mezzo apriamo una breccia di Rohan nella steppa desolata dei social network.
Non sono l'unico ad essere iscritto contemporaneamente a Google+, Facebook, Twitter e Linkedin. Molti lo fanno per lavoro, molti lo fanno per piacere o per dovere, alcuni cercano di sfondare come Social Stars, bloggatori da quattro soldi come il sottoscritto, alcuni per manie di grandezza e, per chiudere, sempre più numerosi/e quelli/e che fanno vedere tette, gatti e piatti....

Il tutto, in fondo, lo si fa per Condividere.
Con-Dividere significa letteralmente "dividere insieme", insomma possedere insieme, offrire qualcosa di proprio ad altri. Sta diventando la parola più utilizzata a scuola, all'università, sul lavoro, ovunque.

Certo, proprio qui sta il punto.
Si condivide tutto perché l'importante è "condividere". Non esiste un filtro per cosa condividere o meno. Foto, video, articoli, giochi, pagine web, pensieri. Nel 99% dei casi, quindi, condividiamo un indirizzo web.

Occhio però. Non sto dicendo che sia tutto inutile. Grazie ai social network sono state salvate molte vite colpite da terremoti o tsunami, oppure abbiamo ricevuto la notizia che aspettavamo da tempo, oppure abbiamo letto un pezzo che ci ha fatto ripartire o che ci ha fatto commuovere, oppure abbiamo rivisto quel video degli U2 o i 3500 goal in rovesciata della storia del calcio, e ancora ci siamo informati su quel posto che avremmo voluto vedere e che poi abbiamo visto, e abbiamo anche visto cose che ci hanno fatto sentire in un mondo dove tutto è a portata di mano.

Vorrei solo non accontentarmi del puro gusto di condividere.
Meglio, vorrei che si condividesse sì, ma non vorrei accontentarmi di chi condivide mille cose ma non condivide la principale.
E per farmi capire senza pretese
uso una frase di Pavese.


«Da uno che non è disposto a condividere con te il destino 
non dovresti accettare nemmeno una sigaretta».
- C. Pavese

Pavese non poteva pensare che in futuro le sigarette si sarebbero potute comprare online e che le sigarette elettroniche non si possono scroccare, per il momento.
Ma si capisce lo stesso.
E per chi non fuma, "non dovreste accettare nemmeno un link a una pagina web"....
E con questo mi son dato la zappa sui piedi.




Fossi in te leggerei anche questi post:



_____________
@luterronpower